La strage di Bologna.... 22 anni dopo.....
02/08/02
Strage di
Bologna, 22 anni dopo
Una bomba esplode nella
sala d'attesa della stazione, 85 morti e 200 feriti.
Il mistero avvolge ancora una delle pagine oscure della nostra Italia
La stazione e l'orologio restato fermo per anni alle ore 10.25 |
Ore 10,25, stazione ferroviaria di Bologna, 2 agosto 1980. Nella sala d'attesa di seconda classe viene sistemata una borsa con esplosivo collegato con un timer ad innesco elettrico. La bomba viene sistemata proprio vicino al muro portante dell'edificio: in questo modo si ha la certezza che lo scoppio potrà distruggere l'intera palazzina.
Dalla ricostruzione della Polizia giudiziaria, con ogni probabilità l'attentatore entra nella sala d'aspetto intorno alle 10,10. Si concede quindici minuti per la fuga. Alle 10,25 si trova ad alcuni chilometri di distanza dalla stazione quando esplode l'ordigno che annienta di colpo 85 persone innocenti in attesa di prendere il treno per lavoro o vacanza. 200 furono i feriti.
Nelle ventiquattro ore successive si mette in dubbio la natura dolosa dell'esplosione. Vengono ipotizzate cause fortuite, come lo scoppio delle tubature del gas e della caldaia. Ma sotto il bar/ristorante nella sala d'aspetto la caldaia è perfettamente funzionante. Su segnalazione del capo dell'Antiterrorismo Santillo, i magistrati bolognesi indirizzano le prime indagini verso una pista franco-italiana. La pista suggerita dai servizi tramonta in poche ore. Gli inquirenti esaminano le carte che il giudice Mario Amato, assassinato a Roma dai Nar, aveva collezionato in anni di ricerche sul terrorismo neofascista.
Il 28 agosto scattano i primi arresti. 28 ordini di cattura. Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi, Francesca Mambro, Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci, Massimo Orsello, Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Valerio Fioravanti, Claudio Mutti, Mario Corsi, Paolo Pizzonia, Ulderico Sica, Francesco Bianco, Alessanro Pucci, Marcello Iannilli, Paolo Signorelli, PierLuigi Scarano, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Guido Zappavigna, GianLuigi Napoli, Fabio De Felice, Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981.
Le imputazioni attribuite sono associazione sovversiva, costituzione di banda armata ed eversione dell'ordine democratico. Dopo il blitz del 28 agosto inizia a prendere corpo la pista dell'eversione 'nera'. Note informative dei vertici dei servizi segreti dell'epoca (per il Sismi il generale Santovito e per il Sisde il generale Grassini) e le indagini puntano verso la pista internazionale.
Sono svariate le ipotesi sulle quali si muovono gli inquirenti: la pista libanese, quella francese, quella massonica legata alla loggia Montecarlo della quale faceva parte Licio Gelli, quella spagnola. La strage di Bologna viene collegata al 'mistero Ustica' relativo all'incidente del Dc 9 Itavia Bologna Palermo il 27 giugno dello stesso anno, trentasei giorni prima la tragica mattina del 2 agosto 1980.
Man mano che passano i mesi documenti, indiscrezioni, fughe di notizie sulla stampa, relazioni informative su vari esponenti del terrorismo di destra europeo, l'ingresso sotto mentite spoglie di agenti dell'intelligence francese, tedesca, inglese, americana, producono confusione, incertezze, depistaggi che di fatto allontanano, per sempre, la verità sugli 85 morti della strage. Viene attribuita a Licio Gelli, più volte chiamato in causa, la responsabilità di aver pensato una nuova strategia della tensione per fini golpisti.
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