Un mito, una leggenda: il Prof. ALBERT SABIN
Per curare i bambini, rinunciò a soldi e brevetto del vaccino contro la "polio"
Il Vaccino SABIN va in Pensione

30/08/02

Vero benefattore dell'umanità Albert Bruce Sabin.
Oltre a creare il vaccino contro la poliomielite, rinunciò a brevettarlo, consentendone la diffusione anche fra i poveri: senza speculazioni economiche. Oggi, grazie a Sabin, la polio può considerarsi debellata.

di Ernesto Bodini

Albert Sabin, un papà dallo sguardo rassicurante
(1906 - 1993)

È stato uno dei più grandi ricercatori della medicina del nostro secolo: in particolare della microbiologia e virologia. A lui l'umanità deve il vaccino attenuato orale contro la poliomielite, che sviluppò a partire dalle ricerche sulla coltivazione di virus in terreni cellulari. Dimostrò l'innocuità dei suoi virus, assumendoli egli stesso e somministrandoli alle proprie figlie, e si impegnò, successivamente, nella diffusione del vaccino.
Stiamo parlando di Albert Bruce Sabin, di cui quest'anno ricorre il quinto anniversario della morte. Scienziato americano di origine polacca, affermò: "Un buon ricercatore deve avere enorme curiosità, tenacia e una grande onestà. Se una sua scoperta gli sembra troppo bella per essere vera, ci sono buone possibilità che non lo sia".

QUASI PER CASO

Sabin nacque nel ghetto di Bialystock, in Russia (oggi Polonia), il 26 agosto 1906. Figlio di un artigiano ebreo, emigrò a 15 anni in America. A 20 anni era uno studente modello di odontoiatria alla New York University; ma, dopo aver letto I cacciatori di microbi di Paul de Kruif, ne rimase affascinato, tanto da cambiare facoltà.
Nel 1931 si laureò in medicina e andò a lavorare presso l'università di Cincinnati (dove sarebbe rimasto 30 anni), divenendo assistente del dottor William H. Park.
Perché Sabin scelse di studiare la poliomielite? "Iniziai quasi per caso - affermò più volte -. Avevo appena terminato gli studi di medicina a New York, nel 1931. Un mese dopo, scoppiò un'epidemia di polio. Avevo già fatto delle ricerche su questa malattia, che allora uccideva migliaia di persone... Fu il mio maestro, dottor Park (famoso per aver debellato la difterite), a consigliarmi di studiare la polio: quindi non fu una mia scelta. Fu l'unica volta che feci qualcosa dietro suggerimento di un altro".
In questo periodo il giovane microbiologo fece la sua prima scoperta, una scoperta che avrebbe rivoluzionato completamente le conoscenze del tempo sulla natura del virus poliomielitico. Nel 1939 dimostrò che la sede prediletta del poliovirus è l'intestino: contrariamente a quanto allora si credeva, non si trattava di un virus "respiratorio", ma di un virus "enterico".
Nel frattempo la poliomielite nel mondo era in aumento: nelle zone temperate si registrava il maggior numero di casi. L'età più colpita era quella infantile, a partire dal secondo anno di vita. In Europa una delle maggiori epidemie di polio fu quella scoppiata a Copenaghen nel 1952, mentre in America si verificarono 57 mila casi (nel 1939 fu colpito anche il presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt). Nel resto del pianeta la situazione non era meno preoccupante.

LA GRANDE DELUSIONE

Nel 1934 due studiosi americani, M. Brodie e J. Kolmer, annunciarono la scoperta di un vaccino efficace contro la poliomielite; ma fu un "fallimento", con molti decessi. Ne derivò la sospensione di qualsiasi ricerca ufficiale sul vaccino antipolio. Tuttavia, nei segreti dei laboratori, le ricerche continuavano.
In questo periodo un altro ricercatore, sino allora sconosciuto, il dottor Jonas Edward Salk (1914-1995) mise a punto, utilizzando virus uccisi con formolo, tre vaccini contro la poliomielite. Bisognava però dimostrare che il preparato agisse come vaccino, cioè a protezione contro i virus naturali.
Il 26 aprile del 1954 la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP) varò ufficialmente il programma di vaccinazione di massa, per verificare la reale efficacia del vaccino realizzato dal dottor Salk. Furono vaccinati 422.743 bambini dai 6 ai 9 anni (ciascuno ricevette una dose di tre vaccini) e altrettanti bambini ricevettero un "placebo".
Purtroppo il metodo Salk si rivelò inefficace, in quanto non garantiva una protezione assoluta, sicura al 100 per cento.
La marcia delle monetine
Fu F. Roosevelt, presidente degli Stati Uniti, ad istituire la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP), che raccoglieva fondi per la lotta contro la poliomielite. In poco tempo l'ente divenne noto come "la marcia dei dimes" (il dime è la moneta da 10 centesimi di dollaro): e il 20 gennaio di ogni anno (compleanno di Roosevelt) tutti i cittadini americani erano invitati a versare un dime per combattere la polio. Attraverso manifestazioni propagandistiche di stars del cinema e di numerosi testimoni e con la donazione di altri più consistenti contributi, furono raccolti milioni di dollari.
La NFIP poté così iniziare una serie di ricerche per un vaccino più efficace e sicuro contro il morbo. A questo scopo, nel 1949 fu varato uno studio multicentrico in varie università statunitensi, stanziando la somma di 1.370.000 dollari e mettendo a disposizione dei laboratori 30 mila scimmie.
In breve, i primi risultati dimostrarono che le migliaia di ceppi noti di poliovirus sono distinguibili in tre tipi fondamentali. Ciò significava che un eventuale vaccino, per essere efficace, avrebbe dovuto contenere gli antigeni di tali tipi.

Nel frattempo Sabin...
Al Children Hospital di Cincinnati, Sabin (che rispettò sempre i meriti scientifici del dottor Salk) aveva finalizzato le ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati e, nel 1953, presentò alla Commissione per l'immunizzazione del NFIP i risultati delle esperienze condotte all'inizio su 10 mila scimmie e 160 scimpanzé e, poi, su 242 persone. Poco dopo, a Singapore, vennero sottoposti a vaccinazione 200 mila bambini. Ma, per una serie di ragioni (anche di campanilismo), Sabin non fu creduto né seguito, almeno in patria. Così il suo vaccino trionfò nei paesi dell'Est prima che in America. La prima nazione a produrre il vaccino di Sabin su base industriale fu la Cecoslovacchia, poi la Polonia, l'Urss e la Germania Orientale. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini dei paesi dell'Est, dell'Asia e dell'Europa.
Poiché nei suddetti paesi non si verificò più alcun caso di poliomielite, furono prodotti e immessi sul mercato notevoli quantitativi del vaccino Sabin "orale monovalente" contro il poliovirus tipo I, e poco dopo, anche il vaccino orale di tipo II (OPV) e il vaccino orale trivalente (TOPV) valido contro tutti e tre i tipi di poliovirus.
Seppure con ritardo, anche gli Usa seguirono il nuovo corso. Il 1962 e 1963 furono gli anni della svolta e della riconoscenza scientifica verso lo scienziato polacco.
Sabin filantropo
Il professor Sabin ha, dunque, realizzato il vaccino anti-polio: realizzazione da cui non ha mai voluto guadagnare un dollaro. Infatti si è rifiutato di brevettare il vaccino, per contenerne così il prezzo e far sì che potesse giungere a chiunque.
Poi si è dedicato a vari importanti studi immunologici, per sconfiggere il cancro e il morbillo, seguendo la linea maestra che già gli diede la vittoria sulla polio: non tanto colpire il male, quanto attivare le difese organiche naturali.
Poiché tutti dobbiamo morire - è stato una volta chiesto ad Albert Sabin -, che differenza fa andarsene per cancro o infarto? "Non dobbiamo morire in maniera troppo miserabile - rispose lo scienziato -. La medicina deve impegnarsi perché la gente, arrivata a una certa età, possa coricarsi e morire nel sonno senza soffrire".
Nella sua lunga carriera, Sabin ricevette 40 lauree "ad honorem" in varie parti del mondo. Per cinque anni consecutivi (dal 1985 al 1989) venne a Torino per partecipare a "incontri internazionali multidisciplinari sullo sviluppo", durante i quali era possibile parlargli, stargli accanto, fruire della sua grande disponibilità.
Albert Bruce Sabin morì a Washington il 3 marzo 1993. Del grande scienziato, manca a molti il sorriso rassicurante, paterno. E a chi lo ha avvicinato (compreso chi scrive) manca anche la sua stretta di mano, calda e forte.

La poliomielite in Italia

La vicenda di Rosanna Benzi
Nonostante la disponibilità in Europa del vaccino antipolio, in Italia dal 1960 al 1962 si verificarono ben 10.213 casi.
Emblematica la sorte di Rosanna Benzi (scomparsa alcuni anni fa a causa di un tumore), colpita dal virus a 14 anni nel marzo 1962 (la vaccinazione non era ancora obbligatoria). "Nel gennaio 1962 - raccontava in una sua autobiografia - avevo portato mio fratello a farsi vaccinare contro la poliomielite. Lo feci contro il parere dei miei genitori e di mezzo Morbello (un paesino della provincia di Alessandria, n.d.r.). Erano i primi vaccini che arrivavano lassù e la gente, un po' ingenua e molto ignorante, non li vedeva di buon occhio. Mio fratello aveva due anni, e il fatto che fosse così piccolo aumentava l'apprensione di mia madre. "Guai a te se fai una cosa del genere!" minacciava. Io non mi feci vaccinare e nessuno mi prestò troppa attenzione, perché ero grande: avevo 14 anni".
Il 16 marzo, Rosanna Benzi accusava i primi sintomi di paralisi poliomielitica: da quel momento ha vissuto 29 anni rinchiusa nel polmone d'acciaio in una camera dell'ospedale Gaslini di Genova.
In Italia la vaccinazione con il Salk fu introdotta nel 1958, quella Sabin sei anni più tardi e, infine, l'obbligatorietà (vaccino Sabin) con la legge n. 51 del 4/2/1966, anno in cui si verificarono altri 148 casi, 12 nel 1976 e 3 tra il 1985 e il 1990. Questi ritardi costarono all'Italia in totale quasi 10 mila casi di poliomielite, che provocarono più di mille decessi e oltre 8 mila paralisi.

Il Vaccino SABIN va in pensione

Mai più, in Italia, lo zuccherino con il quale a milioni di bambini di tre generazioni veniva somministrato il vaccino antipolio SABIN. Il vaccino, infatti, creato da Sabin nel 1956, scomparso nel 1993, sarà completamente sostituito dal vaccino "SALK", che prevede quattro iniezioni ed è considerato più sicuro.

Pagina interamente tratta (tranne l'ultimo articolo) da: http://www.missionariconsolata.it/mc/Articoli/1998/dicembre/Albert.htm
del quale si propone il link, e che si ringrazia sentitamente.

 

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